La Ferrari Testarossa (con le sue evoluzioni 512 TR e F512 M) è una berlinetta a motore centrale prodotta dalla casa automobilistica italiana Ferrari dal 1984 fino al 1996. Al Salone dell’automobile di Parigi del 1984 la Ferrari presentò l’erede della 512 BB, di cui conservava la meccanica. La vettura, con la sua linea, opera di Pininfarina, caratterizzata dalla coda notevolmente allargata (dominata dalla grossa fanaleria di foggia rettangolare dissimulata dalla presenza di una fitta serie di barre orizzontali dipinte di nero) e dalle grandi griglie laterali, suscitò subito ampi consensi (e qualche critica: qualcuno la considerò persino eccessiva, più vicina all’ostentazione Lamborghini che all’eleganza Ferrari).
Anche gli interni, lussuosamente rifiniti, erano opulenti. In origine la Ferrari Testarossa disponeva di un solo specchietto retrovisore, molto sporgente, e curiosamente situato sulla mezzeria del montante sinistro del parabrezza, allo scopo di migliorare la scarsissima visibilità posteriore, che era ostacolata dalla presenza della larga e massiccia coda; tale collocazione non era, in effetti, particolarmente elegante, per cui, a partire dall’anno 1986 si passò ad una soluzione più tradizionale, consistente nell’adozione di due specchietti, situati alla base dei montanti, e non in prossimità della loro mezzeria. La meccanica era mutuata dal modello precedente, ma venne affinata: il 12 cilindri a V di 180° di 4 942 cm³ beneficiò di una nuova testata a 4 valvole per cilindro ed erogava ora una potenza di 390 CV. Il retrotreno venne dotato di doppi ammortizzatori. La Testarossa originaria rimase in produzione praticamente invariata (salvo modifiche di dettaglio a cerchi e dotazioni) fino al 1992. Nel 1989, però, per adeguarsi alla normativa antinquinamento, venne montata la marmitta catalitica, con conseguente calo di potenza a 380 CV. Della Testarossa la Ferrari produsse un modello unico in versione spider per l’avvocato Gianni Agnelli. Il motore 12 cilindri contrapposti poteva spingere la Testarossa alla velocità di oltre 290 km/h. Della Testarossa sono state prodotte 7177 esemplari.

Nella serie Miami Vice (1984-1989), i due detective protagonisti, interpretati da Don Johnson e Philip Michael Thomas, guidano una Ferrari Testarossa di colore bianco. La vettura venne adottata all’inizio della terza stagione della serie (episodio “La guerra di Stone”), in sostituzione della precedente replica, su base Corvette, della Ferrari 365 GTS/4 e fu fornita alla produzione in due esemplari. Le due Testarossa, donate dalla Ferrari per far cessare ogni questione circa l’utilizzo in una serie televisiva di grande successo di un falso esemplare di Daytona, erano originariamente di colore nero, come suggeriscono anche gli interni chiari, non disponibili con verniciatura esterna bianca. Fu il regista Michael Mann a farle ridipingere in bianco, per ottenere maggior contrasto nelle numerose scene in notturna. Uno degli esemplari appare nella livrea originale nell’episodio “Gli irlandesi”, primo della terza stagione.

La Ferrari F430 è una berlinetta sportiva prodotta dalla Ferrari dal 2004 al 2009; ha sostituito in catalogo la 360 Modena e a sua volta è stata sostituita dalla Ferrari 458 Italia. Presentata ufficialmente durante il Motor Show di Parigi nel settembre 2004, la F430 segna l’arrivo di una nuova generazione di modelli, con Motore V8, prodotti dalla Ferrari.
Questa autovettura porta con sé uno sviluppo nell’uso dell’alluminio, iniziato con la 360 Modena. L’auto offre inoltre molte innovazioni significative che derivano dall’esperienza accumulata in Formula 1.
La F430 è infatti stata la prima auto al mondo a montare l’E-Diff, un differenziale elettronico e il cosiddetto “manettino” derivato dalla F1, che permette di controllare le dinamiche del veicolo. Secondo alcuni siti la F430 rappresenta un po’ il punto di svolta della Ferrari: essa infatti adotta scelte tecniche che hanno l’obiettivo di rendere la vettura più versatile e meno onerosa. L’abbandono della distribuzione a cinghia a favore di quella a catena, il controllo della trazione, l’Ediff e il controllo della stabilità sono tra queste. L’obiettivo di Ferrari è quello di uscire dal circolo del puro collezionismo, per produrre vetture in grado di essere usate tutti i giorni
La doppia presa d’aria anteriore di forma ovoidale era simile a quella della 156 F1, quest’ultima soprannominata bocca di squalo. La produzione di questo modello è terminata nel 2009. Il motore della F430, modello F136E è un V8 di 90° con monoblocco e testate realizzate in lega di alluminio. Rispetto all’unità montata sulla Ferrari 360, esso presenta varie differenze a livello di componentistica. Innanzitutto ha subito un incremento di cilindrata, passando da 3586 cm³ a 4308 cc; nonostante ciò, il peso dello stesso è diminuito di circa 4 kg, mentre le performance sono notevolmente migliorate, con un aumento del 25% della coppia, che arriva a 465 Nm a 5250 giri/min, ed un aumento del 23% della potenza, che tocca i 490 CV a 8500 giri/min. In linea con le ultime scelte tecniche, la F430 ha una distribuzione a 4 valvole per cilindro con doppio albero a camme in testa per bancata. Il miglioramento delle prestazioni, la riduzione del peso e delle dimensioni della vettura sono tutti affinamenti da attribuire anche al lavoro svolto dalla sezione sportiva della casa di Maranello. La velocità massima dichiarata dalla casa, è di oltre 315 km/h per la berlinetta e di oltre 310 km/h per la spider, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene effettuata in 4,00 secondi per la berlinetta e 4,10 secondi per la spider, tempi ulteriormente abbassabili mediante l’attivazione della funzione Launch Control di derivazione F1, presente solo sulle versioni commercializzate in Europa. Una delle caratteristiche tecniche presenti sulla F430 è l’E-Diff, cioè differenziale elettronico. Questa soluzione è stata usata per molti anni in F1. In pista, l’E-Diff garantisce la presa massima in uscita dalle curve. Questo sistema è disponibile sia nella versione F1, sia nel modello manuale. La coppia è distribuita continuativamente alle ruote grazie ad una frizione a doppio disco, controllata da un sistema idraulico. La quantità di coppia realmente trasmessa alle ruote dipende da alcuni
parametri di guida (inclinazione del pedale dell’acceleratore, angolo di sterzata, velocità di rotazione della singola ruota) e porta vantaggi considerevoli in termini di prestazioni, stabilità, sicurezza attiva e risposta. Gli aiuti elettronici forniti dal differenziale riducono i tempi sul giro, sul circuito di Fiorano, di circa tre secondi rispetto alla 360 Modena. Una nuova intelaiatura della trasmissione in alluminio ospita la scatola del cambio insieme col differenziale elettronico, così come il serbatoio dell’olio. Il
cambio è a 6 rapporti e l’ultima marcia è stata allungata per permettere un miglior utilizzo della potenza e della coppia del nuovo motore. La Ferrari F430 è disponibile sia con il cambio manuale classico, sia col cambio F1, con le leve dietro il volante, che la Ferrari ha continuamente sviluppato e raffinato da qualche anno a questa parte. Cambiare marcia richiede appena 100 millisecondi. Il manettino della Ferrari F430. Come nella Formula 1, il guidatore della F430 può cambiare la messa a punto della sua automobile
per mezzo del selettore posizionato sul volante. Il manettino è un commutatore rotante che è stato adottato direttamente dalle corse. Questo interruttore controlla celermente le regolazioni delle sospensioni, la stabilità ed il controllo della trazione, l’E-Diff e la velocità di innesto delle marce (col cambio F1), e ovviamente coordina al meglio il funzionamento di tutte queste funzioni. Il manettino permette di cambiare le regolazioni per soddisfare le preferenze personali del guidatore, a seconda dello stato del fondo stradale e dell’aderenza offerta dall’asfalto. Le regolazioni a disposizione del guidatore sono 5, ovvero: Ghiaccio, Pioggia, Sport, Race & CST OFF. A seconda della regolazione scelta, il controllo della stabilità ed il controllo della trazione saranno attivati o disattivati.

Le sospensioni della F430 sono del tipo a triangoli sovrapposti sia all’anteriore che al posteriore e per la prima volta su una Ferrari dotata di V8 sono regolabili per fornire un equilibrio fra sportività e comodità. Lavorando in stretta collaborazione con Brembo, gli assistenti tecnici del Ferrari hanno sviluppato dei dischi con una lega che include l’uso del molibdeno per migliorare la dissipazione di energia e calore. Questa nuova lega fornisce prestazioni di frenata significativamente migliori senza aumentare peso e dimensioni. Un’efficace alternativa è costituita dall’impianto frenante con dischi in materiale carboceramico che fornisce un rendimento ancora superiore con, in più, una significativa riduzione di peso. Nel 2008 la F430 subisce un’evoluzione con numerosi miglioramenti riguardanti cambio e motore, oltre all’adozione di serie dell’impianto frenante carboceramico, a richiesta fino a quel momento. L’aerodinamica della F430 ha determinato un miglioramento del 50% rispetto alla 360 Modena, conferendo stabilità alle alte velocità. A 200 km/ora, il carico verticale è di 45 chilogrammi maggiore rispetto alla 360 Modena, e diventa di 85 chilogrammi a 300 km/ora. Questo risultato eccellente è stato in parte realizzato includendo un nuovo spoiler nella parte inferiore del paraurti anteriore. La parte posteriore si fa notare per l’estrattore, che fa aumentare la velocità dell’aria che passa sotto l’auto. Questo passaggio d’aria genera una depressione che schiaccia l’auto al suolo. Le due prese d’aria per il motore sono posizionate vicino alla ruota in una zona dove passa un grande flusso d’aria, garantendo così un maggior volume di aria al motore. Il design dell’auto è stato realizzata da Pininfarina. Tutte le caratteristiche del progetto danno risalto allo stile aggressivo dell’automobile e rispondono a requisiti funzionali precisi per quanto riguarda i flussi di raffreddamento del motore e le proprietà aerodinamiche. La carrozzeria è contraddistinta da due prese di aria ellittiche che alimentano i grandi radiatori richiesti per dissipare il calore del motore. L’ispirazione per la figura è stata presa dalle vetture da corsa della Ferrari, campioni del mondo F1 quell’anno. Dettaglio della calotta dello specchietto retrovisore di una F430. I fari anteriori si estendono longitudinalmente e sono estremamente compatti grazie all’uso del bixeno. I fari posteriori posti vicino allo spoiler, e che fuoriescono dalla coda, rendono l’automobile immediatamente riconoscibile anche quando si guida di notte. Davanti alle ruote anteriori, gli scarichi dell’aria dirigono il flusso d’aria dal radiatore lungo i lati dell’auto. La sezione posteriore ripropone le caratteristiche che hanno dato alla Enzo una personalità
così grande: i fari che fuoriescono dalla carrozzeria e l’estrattore rendono quest’auto riconoscibile a prima vista. Uno scarico per l’aria è stato posto nella parte posteriore per migliorare il raffreddamento nello scompartimento del motore. Ogni sforzo inoltre è stato fatto per progettare i singoli componenti che danno risalto all’unicità ed alle prestazioni dell’automobile: le ruote sono una combinazione del classico design Ferrari e delle prestazioni eccezionali in termini di rigidità e peso leggero. Gli specchietti, con l’indicazione del modello dal lato del conducente, sono sostenuti da un doppio braccio così come lo erano sulla Testarossa negli anni ottanta. Inoltre i terminali di scarico hanno un design high-tech che li rende molto aggressivi. Gli interni della F430 sono in controtendenza rispetto alla moda di creare interni ricchi a scapito del peso. Così la F430 adotta la filosofia usata sulla Enzo, che ha puntato sulla funzionalità e sull’uso dei materiali ad alta tecnologia. L’abitacolo, quindi, risulta essere minimalista e corsaiolo ma contemporaneamente lussuoso e raffinato. Gli alloggi delle bocchette dell’aria, dei comandi per il riscaldamento e della radio sono realizzate con fibra di carbonio. Gli strumenti includono un grande contagiri posizionato centralmente su una superficie gialla o rossa, evidenziata da un anello esterno di metallo, a fianco il tachimetro che ha come fondo scala i 360 km/h. I comandi più importanti sono stati posti sul volante, come, per esempio, “il manettino” e il tasto di accensione. I pannelli della portiera hanno un design semplice e funzionale in conformità con la
filosofia dell’auto. Anche il tunnel centrale è ridotto al minimo.

LAVORAZIONE
Le auto non devono essere soltanto guidate, ma vanno anche ammirate nella loro armoniosa bellezza. Per questo motivo, tra i nostri progetti, c’è anche quello di mantenere sempre viva la bellezza delle auto in esposizione o da collezione. In questo caso, entrambe le auto sono state lavate a secco (lavaggio con vapore), il che permette il trattamento direttamente in loco.
Le auto sono state lucidate per correggere le imperfezioni ed amalgamare le piccole correzioni di vernice sulla carrozzeria. Sono stati rinnovati i fascioni e tutte le parti in plastica. I cerchi sono stati accuratamente puliti e lucidati. A fine lavorazione, entrambe le auto erano pronte per una nuova ed entusiasmante esposizione